IL CUCCIOLO E L'ANSIA DA SEPERAZIONE
Quali sono le cause e cosa fare per aiutarli a crescere serenamente?
I cani di tutte le età possono soffrire di ansia da separazione, ma questo disagio riguarda più frequentemente i cuccioli. Quali sono le cause e cosa fare per aiutarli a crescere serenamente?
Molti conoscono un problema che viene comunemente definito “ansia da separazione” che, di fatto, non è il problema di per sé ma il sintomo, ovvero qualcosa che il cane manifesta quando vive uno stato emotivo negativo, di paura e, a volte addirittura di panico. Sintomi di ansia, anche grave, possono comparire in cani molto giovani nonché in soggetti anziani che, per diverse ragioni, non hanno sviluppato l’autonomia necessaria per vivere serenamente senza necessitare della costante presenza dei loro referenti umani. Più comunemente, però, sono i cuccioli a manifestare ansia quando si trovano separati dai proprietari: presi dalla paura, a volte letteralmente dal panico, provocano danni alla casa e a loro stessi, incapaci di calmarsi e di attendere che la famiglia ritorni.

Cos’è l’ansia da separazione?
Per comprendere questo problema dobbiamo conoscere qualcosa che comincia pochi giorni dopo la nascita di un cane: il legame di attaccamento. Quando un cucciolo viene al mondo è dipendente dalle cure materne e dalla vicinanza fisica della mamma per circa un mese; pochi giorni dopo, oltre al bisogno di accudimento in senso stretto, compare anche quello di sostegno psicologico. Infatti, nell’arco di tempo necessario affinché il cucciolo acquisisca gradualmente la possibilità di vedere, sentire e muoversi coordinandosi sempre meglio, non è ancora in grado di cavarsela da solo. La mamma, quindi, durante il periodo evolutivo, non è solo colei che nutre, riscalda, pulisce e protegge, ma diventa una base sicura dalla quale attingere quel “coraggio” che serve al piccolo per affrontare le azioni quotidiane, per crescere ed evolvere secondo quelle possibilità che cambieranno continuamente di pari passo con la sua crescita psicofisica.
La mamma come esempio
Cosa vuol dire mamma come base sicura? Significa che se c’è un rumore improvviso e spaventoso, il piccolo la osserva e risponde di conseguenza: “se lei è tranquilla e continua a sonnecchiare, sono tranquillo anche io”. La mamma esplora l’ambiente e va incontro alle persone? Bene, allora questa cosa sarà sicuramente bella. La figura materna, grazie al legame di attaccamento, diventa un faro da seguire in tutto, un esempio, una guida, quella sicurezza che alimenta l’autonomia. Il bello – o il brutto, talvolta – arriva con il passaggio delle consegne, ovvero quando il ruolo di guida lo assume l’adottante umano. Bello e brutto, perché effettivamente poche persone sono consapevoli di quanto siano fondamentali le rassicurazioni, l’incoraggiamento, le esperienze condivise per crescere un cucciolo sereno, autonomo, senza difficoltà a tollerare qualche ora di solitudine durante la giornata.
Un passaggio graduale
Cosa fare per prevenire l’ansia da separazione? Prima regola: consapevolezza. È fondamentale comprendere che per i nostri cani, ancor più quando arrivano in famiglia in giovane età o dopo eventi traumatici – ad esempio, una cattura, un cambio famiglia, il canile – noi siamo sicurezza, guida e sostegno. Partendo da questa consapevolezza sarà più difficile sbagliare. Arriva a casa il cucciolo o il cane che sta cambiando vita? Bene, allora mettiamo in conto che avrà bisogno di presenza e supporto per alcuni giorni, non potrà sopportare subito dei distacchi prolungati, quindi sarà necessario organizzarsi perché possa esserci sempre qualcuno con lui. Pretendere che il cane dopo poche ore dall’arrivo sia in grado di restare da solo senza batter ciglio significa, con grande possibilità, rendere il distacco fonte di paura e ansia, traumatizzarlo e gettare le basi per la cosiddetta “ansia da separazione”.
L’importanza della condivisione
Perciò, cosa fare? Dormite nella stessa stanza, in particolare i primissimi giorni, fintanto che la casa non diventerà un luogo sicuro per lui, perché questo lo farà sentire protetto, creerà una certezza: “se mi sento solo o insicuro, tu ci sei”. Gradualmente proponete belle esperienze condivise durante la giornata, fate cose insieme, scoprite luoghi da esplorare, incontrate altri cani perché questo per lui sarà nutrimento per la sicurezza in sé stesso, sarà la base per costruire la sua autonomia. Non dimenticatevi di gratificare i momenti di calma e relax, fategli un complimento o una coccola quando il cane sceglie di fare un pisolino sul suo cuscino, ancor più se non mostra preoccupazione quando voi cambiate stanza. È così che imparerà ad attendervi tranquillo, anche quando varcherete la soglia della porta di casa per assentarvi qualche ora. Offritegli dei giocattoli da masticare mentre voi vi riposate sul divano: l’esplorazione orale favorisce il rilassamento e rilassarsi, sapendo che accanto c’è chi dà sicurezza, permetterà al vostro cane di sperimentare un modo di vivere l’attesa. In questo modo potrà usare il suo luogo relax, il cuscino, e l’oggetto da masticare mentre siete al lavoro, perché lo avrete aiutato a crearsi una buona aspettativa correlata alla masticazione: mi rilasso, perché so che tornerà e si riposerà con me.
Vietato ingannarlo
E poi, non ingannatelo! Se fingete di uscire per poi ripensarci o sgattaiolate fuori approfittando di un momento di distrazione, alimenterete lo stato di allerta e provocherete ciò che tecnicamente si definisce “anticipazione emozionale”. In questo modo, il vostro cane non proverà ansia o panico solo dopo che sarete usciti, ma comincerà a stare male già al suono della sveglia. La routine deve essere prevedibile, le vostre uscite annunciate in tranquillità e anticipate da una bella passeggiata, divertente e gratificante, una pappa e una buona scorta di masticativi, quelli offerti durante il relax in compagnia. Infine, affidatevi a un medico veterinario esperto in comportamento nel caso in cui tutto ciò non dovesse bastare.
Non tutto è ansia da separazione
Non punite il vostro amico peloso se ha fatto dei danni alla casa o ha sporcato con i bisogni, perché tutto questo non è “dispetto”, ma è il sintomo di un pesantissimo disagio, di una forte sofferenza che va affrontata nel modo giusto. Questi danni, inoltre, a volte sono conseguenti ad altre emozioni come la rabbia, la frustrazione e la noia. Una cosa è certa: non si tratta di dispetti ma di segnali. È fondamentale scoprire cosa c’è sotto per poter aiutare il cane a superarlo, perché ciò vi permetterà di farlo vivere più serenamente e vivere meglio con lui.
Quando il cucciolo arriva in famiglia è bene organizzarsi in modo da non lasciarlo da solo, ma abituarlo al distacco in modo graduale.
Un buon modo per farlo rilassare è dargli giocattoli da masticare sul suo cuscino, mentre riposate sul divano: in questo modo, durante la vostra assenza, aspetterà tranquillo il vostro ritorno.
A cura di Maria Chiara Catalani,
Medico Veterinario Esperto in Comportamento Animale
Presidente Senior SISCA
Dott. di Ricerca in Fisiopatologia e Medicina degli Animali d'Affezione