Curiosità

I VETERINARI ESPERTI IN COMPORTAMENTO ANIMALE

I nostri amici a quattro zampe possono soffrire di disturbi comportamentali che ne minano l’equilibrio e la salute. SISCA, Società Italiana Scienze del Comportamento Animale, rappresenta i medici veterinari specialisti a cui rivolgersi per curare al meglio i propri pet che mostrano tali disagi.

SISCA, Società Italiana Scienze del Comportamento Animale, è una società specialistica composta di medici veterinari. Costituita a Cremona nel febbraio 1996, è collegata alla SCIVAC (Società Culturale Italiana Veterinari per Animali da Compagnia) e si occupa di Zooantropologia applicata alla relazione, Attività e Terapie assistite da animali e Medicina del Comportamento.

Le aree studiate

La Zooantropologia, in particolare, studia il valore della relazione uomo-animale e le sue applicazioni, promuove la valorizzazione della relazione in campo privato (la famiglia), assistenziale-terapeutico (Interventi Assistiti dagli Animali e Terapie Assistite dagli Animali) e in ambito didattico (Zooantropologia didattica). La Medicina Comportamentale, invece, è una branca della Medicina Veterinaria che si rivolge al comportamento animale e soprattutto del cane, del gatto e dei nuovi animali da compagnia.

La figura dell’esperto

Ma chi è l’esperto in comportamento animale? È un medico veterinario con competenze sia nel settore medico–clinico sia in quello etologico–comportamentale: un riconoscimento, quest’ultimo, ottenuto se in possesso di specifici requisiti elencati dalle Linee Guida FNOVI e previsti dal Decreto Ministeriale del 26 novembre 2009. Il medico veterinario, quindi, può agire nell’ambito della prevenzione o della cura: può, per esempio, fornire consigli al sistema famiglia in merito alla scelta della razza del cucciolo o gattino da adottare, al sesso o a come disporre le risorse necessarie al piccolo (punti cibo, acqua, luoghi di riposo, toilet) nell’abitazione e così via.

Disturbo comportamentale o patologico?

Non solo. Alla comparsa di uno o più “comportamenti alterati” mostrati dal cane o dal gatto – come sporcare in casa, disperarsi quando è solo, frequenti risvegli notturni, urina e feci fuori dalla toilet, aggressioni e distruzioni – il veterinario può, dopo aver realizzato una visita comportamentale, definire se si tratta di una situazione “normale” per il quattrozampe ma poco gradita all’essere umano, oppure se è presente una malattia del comportamento, con l’espressione di un disagio emozionale. È opportuno evidenziare, però, che alcuni comportamenti possono essere provocati dalla presenza di una malattia organica; per questo lo specialista, nell’ambito della visita comportamentale, esegue un’accurata valutazione clinica e richiede, quando necessario, esami collaterali (per esempio esame del sangue e/o delle urine) e visite specialistiche.

Come si svolge la visita comportamentale

Il medico veterinario può scegliere di realizzare la visita comportamentale in ambulatorio o a domicilio. È possibile fissare il primo appuntamento presso la struttura sanitaria quando il cane e il gatto viaggiano con tranquillità in automobile. Nel caso in cui il piccolo felino vocalizzasse all’interno del trasportino o vivesse con altri gatti, invece, è preferibile realizzare la consultazione a domicilio. Inoltre, il clinico può svolgere la visita di controllo presso l’abitazione della famiglia così da osservare direttamente la situazione ambientale. I proprietari, poi, possono scattare fotografie e realizzare video dei comportamenti normali o “alterati” del proprio pet tra le mura domestiche per completare il quadro comportamentale.

 

Cosa si valuta durante il controllo

Durante la prima visita, della durata di circa novanta minuti, il veterinario raccoglie informazioni su tutti i comportamenti del paziente (alimentare, assunzione di acqua, di toeletta, il sonno, l’eliminazione, l’aggressione, la deposizione di marcature, il gioco, lo sviluppo comportamentale) ponendo domande ai membri della famiglia. La storia clinica del cane e del gatto e la visita sanitaria terminano la prima parte della consultazione. Durante la visita, inoltre, il medico osserva il comportamento dell’animale nella stanza (ambulatorio o a domicilio), come interagisce con la persona estranea (il veterinario e l’istruttore riabilitatore), con la famiglia o con i propri simili conviventi. Si rilevano anche le capacità di perlustrare l’ambiente, esplorare gli oggetti presenti, le emozioni mostrate e le motivazioni espresse, nonché l’attitudine a chiedere aiuto (guardando, vocalizzando o richiedendo il contatto) e la comunicazione espressa. La visita termina poi con la diagnosi (la presenza/assenza di una malattia del comportamento), la prognosi (l’evoluzione della sintomatologia mostrata dall’animale) e la terapia.

 

Le possibili cure

Il medico, a questo punto, illustra ai proprietari il significato dei comportamenti “alterati” del cane e del gatto e fornisce i primi consigli gestionali nonché le misure di sicurezza “pronto uso” necessarie quando l’animale si mostra minaccioso o molto pauroso.  Il percorso riabilitativo può comprendere l’utilizzo di feromoni, nutraceutici o – qualora fosse presente uno stato fobico, ansioso o depressivo – farmaci psicotropi. È opportuno evidenziare che le sostanze utilizzate hanno la funzione di permettere l’apprendimento: un animale spaventato o sempre all’erta, infatti, è concentrato sul proprio disagio e le strategie rivolte ad acquisire nuove conoscenze potrebbero peggiorare la situazione, oltre a non sortire alcun cambiamento comportamentale. Gli psicotropi sono somministrati per qualche mese e, in seguito, svezzati. La diagnosi posta, la visita clinica e gli esami collaterali realizzati consentono al clinico di scegliere la molecola adatta al paziente e prevedere la comparsa di effetti secondari.

Per ristabilire l’equilibrio del pet

L’intervento riabilitativo, quindi, si basa sulla nascita di una relazione in “equilibrio” e appagante per il cane, il gatto e per i familiari così che il disagio mostrato possa essere curato con l’aiuto dei membri del sistema in cui l’animale è inserito. L’istruttore riabilitatore e il veterinario, infatti, realizzano con la famiglia e il pet incontri pratici volti a trasmettere conoscenze e competenze al sistema. Le visite di controllo periodiche permettono, poi, di valutare i cambiamenti raggiunti.

A cura di Sabrina Giussani, Medico Veterinario in comportamento animale