Curiosità

PET & MICROCHIP: QUANDO E' OBBLIGATORIO PER LEGGE

Il microchip è uno strumento particolarmente importante, che consente di identificare in maniera facile e veloce i nostri amici animali. Ma è sempre obbligatorio? Facciamo chiarezza.

Per quanto riguarda i cani, il microchip è obbligatorio per legge e rappresenta innanzitutto uno strumento identificativo del nostro pet. Mediante un Regolamento Comunitario, il legislatore ha disposto l’obbligo del passaporto per il trasporto all’estero degli animali da compagnia (cane, gatto e furetto), prevedendo altresì l’obbligo di dotare gli stessi di microchip.

Per i viaggi all’estero

Secondo la disposizione Comunitaria, dunque, gli animali soggetti a movimentazione non commerciale devono avere il passaporto, che viene rilasciato dai Servizi Veterinari dell’AUSL successivamente al controllo della presenza del microchip e del libretto attestante le vaccinazioni antirabbica in corso di validità: le vaccinazioni eseguite dopo il rilascio del passaporto potranno essere annotate direttamente sullo stesso documento, con attestazione da parte del Servizio Veterinario che le ha eseguite.

La situazione in Italia

In Italia, la Legge n. 281/91 (legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), ha reso obbligatoria l’iscrizione di ogni cane all’anagrafe canina regionale sia del quattrozampe “di proprietà” che del randagio, imponendo al proprietario o possessore, anche temporaneo, di identificare il pet attraverso l’introduzione sottocutanea di un microchip da parte del medico veterinario. Un’operazione assolutamente rapida, indolore e senza anestesia.

 

E a livello regionale?

La legge quadro del 1991 sopra citata è stata recepita da ogni regione mediante una propria normativa, che affianca all’obbligo di registrazione del cane all’anagrafe canina regionale, quello di comunicare l’eventuale cessione o decesso del pet, rispettando determinati termini. Ulteriori disposizioni sono previste in caso di passaggio da una regione all’altra, prevedendo che il proprietario debba necessariamente contattare l’anagrafe regionale di competenza per l’iscrizione del cane, con tanto di sanzione pecuniaria in caso di omissione.

La Lombardia ha reso obbligatorio il microchip per tutti i gatti nati o acquisiti a partire dal 1° gennaio 2020: in caso di nascita di cuccioli o di nuovo possesso (a qualsiasi titolo) di mici a partire da tale data, dunque, c’è l’obbligo di microchippatura.

 

Gatti e microchip

Come accennato sopra, in base a una disposizione comunitaria viene stabilito che anche i gatti - per poter essere portati all’estero - debbano essere muniti di passaporto e identificati tramite un microchip. Ciò significa che, in caso di espatrio con il nostro felino o di relativo acquisto\adozione da un Paese straniero, l’animale dovrà esserne dotato.

Verso l’obbligo anche in Italia

E in Italia? È bene sapere che nel nostro Paese esiste l’Anagrafe nazionale felina–ANF (www.anagrafenazionalefelina.it), una banca dati gestita dall’Associazione Nazionale Medici Veterinari: la registrazione non è obbligatoria, ma su base volontaria. Attenzione però: in alcune regioni, come la Lombardia e la Puglia, la situazione sta mutando sulla base della relativa legge regionale, rendendo obbligatorio il microchip anche per i gatti.

Perché è importante

A prescindere da un obbligo normativo esistente o meno nella propria regione, è tuttavia vivamente consigliato dotare il nostro micio di un microchip, trattandosi di un prezioso strumento identificativo utile in caso di smarrimento e che permette un maggior controllo della popolazione felina presente sul territorio nazionale. È fondamentale, inoltre, in caso di contestazioni, per nulla rare, riguardo alla proprietà dell’animale.

A cura dell’avvocato Claudia Taccani, responsabile sportello legale OIPA Italia (Organizzazione Internazionale Protezione Animali)

 

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