“LEGAMI” DI AMICIZIA: TUTTO SULLA CAMMINATA AL GUINZAGLIO
Vediamo nel dettaglio come impostare la camminata al guinzaglio al nostro fianco, per il nostro cucciolo
Iniziare quanto prima a portare il cucciolo fuori di casa, anche se provvista di giardino, è fondamentale per la sua corretta socializzazione nei confronti delle novità cittadine che, se presentate entro i primi 4 mesi di età, sono metabolizzate senza difficoltà: persone e cani estranei al nucleo famigliare, animali di altre specie, suoni, mezzi pubblici e superfici delle realtà urbane, ad esempio. Nell’ultimo numero del magazine abbiamo visto come fargli accettare fin da subito collare e guinzaglio, grazie ai quali potrà accompagnarci ovunque in sicurezza. Ora spieghiamo come insegnargli a camminare al nostro fianco, “legato” a noi.

Tracciare il confine
Abbiamo visto, in particolare, che prima il cucciolo imparerà a conoscere collare e guinzaglio e prima potremo condividere con lui belle passeggiate in totale serenità. Saremo agevolati nella vita di tutti i giorni, soprattutto quella cittadina e, potendolo portare (quasi) sempre con noi, gli regaleremo un’esistenza ricca di esperienze preziose per la sua crescita. Dopo avergli insegnato ad accettare questi due strumenti in ambiente domestico, incominciare da subito a uscire comporta un ulteriore vantaggio. Il cucciolo potrebbe manifestare timidezza, indugiando: sfruttiamo la situazione per insegnargli a stare al nostro fianco prima che subentrino quella curiosità e spavalderia tipiche della pubertà, che lo porteranno più facilmente a tirare. Lo scopo del guinzaglio è fargli capire quali sono i suoi confini: per questo, quando è legato, appena il guinzaglio entra in tensione, dovremo fermarci, altrimenti confermeremmo il comportamento di trazione. Lo aiuterà sentire, inoltre, che la lunghezza disponibile, data dalla somma del nostro braccio più la misura del guinzaglio, sia costante: dunque, non dovremo muovere troppo la mano.
Un inizio e una fine
Parliamogli per attirare la sua attenzione e usiamo dei bocconcini da elargire lungo il percorso, inizialmente molto breve e senza distrazioni, in modo sufficientemente continuativo da non dargli il tempo di soffermarsi su suoi eventuali dubbi. E gratifichiamolo con un super premio finale a conclusione della sessione, che inizierà preceduta da un comando che sceglieremo e si chiuderà con un altro, diverso, a sancire una fase di “libertà” in cui allungheremo il guinzaglio e gli permetteremo di rilassarsi. Il cibo può fungere da ricompensa per l’azione corretta o, in caso di forte incertezza, da “esca” per attirarlo a noi: tenendolo in mano, catturiamo l’attenzione del cane mettendo il bocconcino vicino al suo naso e concedendoglielo dopo qualche passo svolto correttamente, quando lui è allineato al nostro ginocchio. Facciamo attenzione a non premiarlo nei momenti in cui è più incerto, per evitare di confermare sue paure o ansie, e a non tenere la mano troppo alta, perché lo indurrebbe a sedersi. Pur non trattandosi di una condotta da gara, scegliamo un lato dove impostare la camminata, mantenendo sempre lo stesso – per convenzione con il cane a sinistra – per chiunque vada a passeggiare con Fido.
Aiutiamolo a contestualizzare
Alcuni contesti, soprattutto quelli degli spazi aperti nella natura, con molti stimoli presenti a distrarre il cane, rendono difficile una corretta camminata al guinzaglio: evitiamo di rovinare un bel momento, come quello di una gita in campagna o un’escursione in montagna, pretendendo che il nostro amico peloso stia per forza al nostro fianco. Usiamo piuttosto uno strumento diverso, come la lunghina, per lasciargli lo spazio sufficiente a esplorare in sicurezza, aiutandolo a contestualizzare. Usando in queste occasioni un guinzaglio lungo e in quelle cittadine sempre e solo uno di misura normale, senza fare mai eccezioni, il cucciolo ben presto capirà che la concessione che gli viene fatta in alcuni frangenti non va generalizzata. In questo modo, le uscite alla lunghina non inficeranno la più composta passeggiata urbana.
Se il cucciolo tira in avanti non assecondiamolo, ma fermiamoci e cambiamo direzione, mantenendo viva la sua attenzione anche attraverso delle variazioni di velocità
Quando il nostro amico a quattro zampe tira, possiamo anche fermarci, indietreggiare richiamando la sua attenzione e, quando torna da noi, fargli spazio allargandoci sulla destra, affinché si riposizioni alla nostra sinistra.
A cura di Massimo Perla Addestratore cinofilo e responsabile nazionale del settore CSEN Cinofilia