Cura e Benessere

PAPPAGALLI: QUALI RISCHI PER LA LORO SALUTE?

La patologia virale più comune che può colpire questi volatili interessa il becco e le penne: vediamo come accorgersene e cosa fare in caso di comparsa.

Si chiama PBFD (dall’inglese “Psittacine Beak and Feather Disease”) ed è la malattia virale più frequente tra i pappagalli. Provocata dal cosiddetto Circovirus, causa anomalie nel piumaggio e nel becco: alterazioni che possono colpire anche altre specie di uccelli, come il canarino, il piccione e la tortora.

 

Una muta irregolare del piumaggio, con penne fratturate e piccole emorragie alla base nonché alterazioni  cromatiche, deve sempre far sorgere il sospetto che sia in corso la malattia.

 

I sintomi

Un volatile che soffre di questa patologia presenta solitamente penne deformate nonché becco deviato e allungato in maniera anomala: i sintomi e la loro gravità, specificano gli esperti, possono variare da una specie all’altra. Parrocchetti e Cacatua, ad esempio, sono spesso interessati dalla forma cronica della malattia con lesioni alle penne e necrosi del becco; in Inseparabili e Cocorite, invece, il virus può guarire spontaneamente, con la ricrescita normale delle piume.

Diverse forme patologiche

La forma più grave della PBFD colpisce il pappagallo Cenerino, perché provoca anche la comparsa di epatite con la conseguente morte del volatile dopo pochi giorni. In altri casi, invece, si verifica solo un momentaneo cambiamento nel colore delle penne (da nero a bianco, ad esempio, o da verde a giallo) o, ancora, può sorgere un’infezione asintomatica.

Diagnosi e prevenzione

Purtroppo, trattandosi di una patologia virale, non esistono cure specifiche né vaccini: per un’efficace prevenzione è indispensabile, quindi, effettuare una corretta profilassi igienico-sanitaria. I test diagnostici su penne e campioni di sangue sono, comunque, molto affidabili e consentono di intervenire subito per limitare la diffusione del virus, soprattutto in caso di allevamento.

 

Il virus colpisce frequentemente i volatili giovani, fino al terzo anno di età.

 

A cura di Emma Conversano