Lo Pterophyllum scalare: l'angelo degli acquari
Scopri aspetto, caratteristiche e comportamento del Pterophyllum scalare, comunemente chiamato anche pesce angelo. Leggi la guida completa!
Il genere Pterophyllum comprende tre specie - altum, leopoldi e scalare - tutte diffuse in varie aree del bacino amazzonico, dal Perù fino al Brasile. Di queste, lo scalare è senza dubbio la specie più diffusa, perché meglio si adatta ad ambienti con condizioni differenti che non risultano, invece, ottimali per le altre due. Anche in commercio, lo scalare è la specie più diffusa e conosciuta: scopriamone le caratteristiche.
Aspetto e caratteristiche
Si tratta di un ciclide che fa parte di una grande famiglia di pesci presente in America, Africa e in parte anche in Asia. Rispetto alla grande maggioranza dei ciclidi, però, lo scalare ha corpo e pinne con un grande sviluppo verticale che lo rendono più alto che lungo: può arrivare a misurare, infatti, circa 15 cm di lunghezza e oltre venti di altezza. Il corpo è fortemente compresso lateralmente e, nelle forme selvatiche, attraversato da una serie di bande scure verticali. È un pesce piuttosto statico, che ama passare gran parte del tempo fermo in un punto oppure nuotare lentamente, al riparo della vegetazione o di rami sommersi. Predilige vivere in gruppo o in coppia.
Come allevarli: acquario e piante di allestimento
Lo scalare, robusto e adattabile, a causa delle sue dimensioni richiede vasche capienti, con altezza minima di 50 cm: 120-150 litri per una coppia adulta, il doppio per un gruppo di 5 o 6 esemplari. L'acquario dev’essere arredato con molte piante, radici e rami di legno per offrire i rifugi a loro necessari. La temperatura dev’essere compresa tra i 24 e i 26°C, mentre - per mantenere il livello di inquinanti sempre sotto controllo - occorrono un buon sistema di filtraggio e parziali cambi regolari di acqua. Essendo pesci molto popolari e facili da riprodurre è difficile trovare in commercio esemplari selvatici, dato che la quasi totalità proviene da allevamenti asiatici o dell'Est Europa. Questo ha portato diversi vantaggi: non si depauperano le popolazioni selvatiche e, allo stesso tempo, abbiamo a disposizione soggetti già abituati alle condizioni di vita in acquario e al cibo artificiale. Sono state selezionate, inoltre, innumerevoli varietà di colore - tra cui dorati, neri, bianchi, rossi e koi - nonché varietà con le pinne a velo. Il rovescio della medaglia è che, a volte, la selezione esasperata e l'allevamento mirato a ottenere più esemplari possibili hanno minato la loro robustezza, per cui occorre fare attenzione alle condizioni e allo stato di salute al momento dell'acquisto.
Lo scalare con altri pesci
La convivenza con altre specie tranquille è senz'altro possibile in vasche di dimensioni adeguate, ma non si dimentichi che lo scalare - in natura - non disdegna predare i pesci più piccoli. In acquario, se è alimentato regolarmente, questo avviene molto raramente, ma per maggiore sicurezza è consigliabile introdurre in vasca gli scalari solo dopo l’inserimento dei pesci più piccoli, in modo che vengano visti come altri ospiti della vasca e non considerati “cibo extra”.
Riproduzione
La riproduzione non è difficile e può avvenire in normali vasche casalinghe anche se, in acquari dedicati allo scopo, la probabilità di successo sarà maggiore. Il dimorfismo sessuale nello scalare è praticamente nullo e solo durante la riproduzione è possibile distinguere con certezza i sessi attraverso la papilla genitale, una piccola appendice che compare in prossimità dell'apertura anale e che ha forma appuntita nel maschio, rotondeggiante nella femmina. Una volta che la coppia è pronta, questa si isola dal resto del gruppo e scaccia gli altri pesci. Quindi, dopo aver ripulito con la bocca una superficie liscia verticale come una foglia, un oggetto di arredo o addirittura il vetro dell'acquario, vengono deposte diverse decine di piccole uova, che schiuderanno dopo alcuni giorni a seconda della temperatura. Per tutto il periodo, i genitori cureranno e faranno guardia alle uova scacciando gli estranei, ma può capitare che coppie giovani e inesperte, oppure soggetti alimentati poco o con cibo poco nutriente, o, ancora, esemplari troppo disturbati da altri pesci in vasca decidano di disinteressarsi o, addirittura, di mangiare le loro stesse uova.
Gli avannotti
Gli avannotti consumeranno il sacco vitellino in un paio di giorni, dopodiché andranno alimentati con i soliti naupli di artemia (piccoli crostacei) appena schiusi. Anche durante questa fase i genitori faranno da guardia ai loro piccoli, ma in vasche molto popolate la maggior parte finirà inevitabilmente preda degli altri pesci. Se si vogliono ottenere dei risultati numericamente importanti, dunque, occorre trasferire le uova o i piccoli appena nati in una vasca di allevamento apposita.
Conclusioni
Lo scalare è un magnifico pesce il cui aspetto e comportamento regale lo rendono un ospite ideale per l'acquario, sia del neofita che dell'appassionato più esperto. Unica vera condizione necessaria per poterlo allevare correttamente è avere a disposizione una vasca di dimensioni adeguate, dove questo ciclide potrà vivere e riprodursi tranquillamente per molti anni, e alimentarlo adeguatamente con dell’ottimo mangime per pesci tropicali.
Per la salute degli scalari sono necessari una durezza media e un pH neutro, o leggermente acido, dell'acqua.
Per la riproduzione l’ideale sarebbe introdurre in vasca almeno 5-6 pesci giovani dai quali, durante la crescita, si andranno a formare una o più coppie che rimarranno stabili per tutta la vita.
A cura di Stefano Mongiusti, Medico veterinario, acquariofilo

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