Cura e Benessere

Reni, il punto debole del gatto

L’insufficienza renale cronica colpisce piuttosto frequentemente i nostri amici a quattro zampe, soprattutto in età avanzata: una terapia corretta per ridurne gli effetti si basa sull’osservanza di un regime dietetico adatto.

I reni, organi vitali di primaria importanza anche per la salute dei nostri amici a quattro zampe, svolgono alcune funzioni centrali per l’organismo. Regolano, ad esempio, le diverse sostanze presenti nel sangue, filtrano tutti gli scarti tossici eliminandoli attraverso l’urina, favoriscono il metabolismo del calcio e mantengono i giusti livelli di fosforo, acqua e sale nella circolazione sanguigna: un loro funzionamento scorretto o insufficiente, quindi, comporta una lunga serie di scompensi, spesso anche gravi.

I più colpiti sono gli anziani

La nefropatia colpisce soprattutto i gatti anziani (solitamente si manifesta a partire dal settimo anno di età) e, purtroppo, ne è una delle principali cause di morte. Essa può dipendere da diversi motivi: problemi vascolari (come l’ischemia), forme infettive oppure forme congenite, come il rene policistico o la displasia renale. Essendo una malattia progressiva, che avanza in maniera lenta e silenziosa, la maggior parte delle volte i sintomi diventano palesi quando la situazione è già compromessa: per questo motivo i veterinari consigliano di sottoporre a controlli costanti il proprio felino dal sesto anno in poi.

 

Da cosa accorgersene

Ma quali sono i sintomi più comuni? Sicuramente l’aumento del senso della sete e della necessità di urinare nonché l’inappetenza e la perdita di peso. A risentirne sono anche il pelo, che diventa opaco e tende a cadere, e l’umore del micio che appare sempre più svogliato, lento nei movimenti e privo di interesse verso ciò che lo circonda. Campanelli di allarme ben visibili sono, inoltre, il vomito e le ulcere o lesioni a livello della bocca.

 

Come avviene la diagnosi

Una volta comparsi questi sintomi, il veterinario interviene per diagnosticarne la causa e verificare l’eventuale presenza della patologia. La diagnosi dell’insufficienza renale cronica avviene attraverso l’analisi del sangue, con la quale si valutano i livelli di due sostanze – l’urea e la creatinina – normalmente eliminate dai reni (nel caso di insufficienza, quindi, la loro quantità risulta superiore alla norma). Si procede, poi, con l’analisi dell’urina per verificarne la concentrazione: se questa è bassa, il rischio di trovarsi davanti a un gatto affetto da problemi renali è piuttosto elevato. Utile anche un’ecografia per capire qual è la grandezza del rene, verificarne la funzionalità ed escludere la presenza di eventuali cisti o lesioni.

La terapia più adatta

Non esiste, purtroppo, una terapia in grado di sconfiggere la nefropatia: tutte le cure, infatti, sono palliative e servono a rallentarne l’avanzamento, migliorando la qualità di vita dell’animale e controllando i sintomi. Oltre alla somministrazione di fluidi e farmaci – che possono, ad esempio, ridurre la cosiddetta proteinuria (la perdita, cioè, delle proteine tramite l’urina), l’alimentazione riveste un ruolo fondamentale per aumentare l’aspettativa di vita del micio. Una dieta corretta dev’essere bilanciata e basarsi sull’assunzione di proteine di alta qualità (per ridurre l’affaticamento dei reni) ma anche di grassi (soprattutto gli Omega 3), in quanto apportano energia all’animale e ne evitano il dimagrimento. Di estrema importanza, infine, il controllo dei livelli di fosforo: quantità troppo elevate, infatti, favoriscono la progressione della malattia.

 

Nefropatia: cause ed effetti

L’insufficienza renale cronica è una malattia che colpisce con frequenza i gatti, soprattutto quelli più anziani. Le cause sono numerose, da un regime alimentare povero e scadente alle infezioni, dalle gengiviti (nel caso in cui i batteri dalla bocca entrano nel circolo ematico fino a danneggiare i reni) all’ipertensione, solo per citarne alcune. I fattori di rischio riguardano anche la genetica, i traumi renali, i calcoli e i tumori, senza dimenticare altri aspetti come l’età e la razza: ne esistono alcune, infatti, più predisposte a soffrire di nefropatia, come il gatto balinese, il birmano, il siamese e l’abissino.

A cura di Sara Rossetti