La fertilizzazione delle piante d'acquario
Un acquario con una folta e rigogliosa vegetazione, molto bello da un punto di vista estetico, presenta numerosi vantaggi: le piante, infatti, riducono gli inquinanti disciolti in acqua pericolosi per i pesci, arricchiscono la vasca di ossigeno e offrono riparo e sicurezza ai pesci più timidi. Vediamo di più insieme!
Le piante d'acquario disponibili in commercio appartengono a specie diffuse in tutto il mondo che si sono evolute e adattate nel corso del tempo ad ambienti differenti.
Così come per i pesci, avremo piante che si adattano più facilmente di altre al mutare delle condizioni quali luce, temperatura, disponibilità di nutrienti, ecc.
In acquario, si possono vedere:
• piante a crescita veloce (come Limnophila e Hygrophila),
• altre a crescita lenta (come Anubias, Bucephalandra e i vari muschi e felci),
• piante che richiedono tanta luce (come Rotala, Mayaca, Alternanthera e, in genere, tutte le piante a foglia rossa e i vari “pratini”) e, al contrario,
• piante che si adattano anche a condizioni di scarsa luminosità.
Vi sono poi piante che assorbono i nutrienti principalmente attraverso il loro apparato radicale, per cui richiedono un fondo fertile (come Cryptocoryne ed Echinodorus) e altre che assorbono nutrienti dalla colonna d’acqua attraverso le foglie, oppure da foglie e radici nel caso delle piante epifite (come Bolbitis e Microsorum).
È, quindi, facilmente intuibile come non possa esistere una regola che si adatti alla coltivazione di tutte le piante e come, prima ancora che di fertilizzazione vera e propria occorra considerare alcuni aspetti fondamentali.
Legge di Liebig e fattori limitanti
La legge di Liebig ci dice che quando in un processo (in questo caso la crescita della pianta) sono coinvolti più fattori, questo dipenderà dalla disponibilità della risorsa più scarsa.
Questa legge, nel caso delle piante, vale per i minerali e per la luce. Senza un'adeguata illuminazione le piante non possono effettuare la fotosintesi, fondamentale per la sopravvivenza e la crescita di tutti i vegetali.
Come abbiamo già scritto, in commercio si trovano sia piante poco esigenti che piante che necessitano di una forte illuminazione per non deperire.
In un acquario con piante mediamente esigenti si consigliano almeno circa 30 lumen/litro che, con luci led di buona qualità, equivalgono a circa 0,3 watt/litro: se non disponiamo di una tale potenza occorre obbligatoriamente orientarsi solo su piante poco esigenti. L'illuminazione dovrà restare attiva per circa 8-10 ore al giorno.
L’anidiride carbonica
Altro fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo delle piante è la disponibilità di carbonio, il che si traduce con la concentrazione di anidride carbonica disciolta in acqua che, come per tutti gli altri gas, è molto inferiore rispetto a quella atmosferica.
Normalmente in acqua troviamo disciolti 2-5 mg/litro di CO2, mentre per una crescita ottimale delle piante ne occorrono almeno 15-20.
Per questa ragione risulta utile, se non in certi casi indispensabile, fornire alla vegetazione un apporto di CO2 sotto forma gassosa oppure un'altra fonte di carbonio organico, disponibile attraverso appositi liquidi disponibili in commercio.
I minerali
Una volta che nel nostro acquario disponiamo di una buona illuminazione e di un adeguato apporto di carbonio abbiamo posto le basi per la crescita rigogliosa delle nostre piante, ma questo non basta perché occorrono anche degli elementi minerali essenziali per permettere il loro sviluppo.
Questi vengono divisi in macroelementi e microelementi non a seconda della loro importanza (sono tutti ugualmente importanti), ma della quantità di cui la pianta necessita.
1. Fra i macroelementi abbiamo ossigeno, idrogeno, azoto, fosforo, potassio, zolfo, calcio e magnesio.
2. Fra i microelementi invece, ferro, cloro, manganese, boro, zinco, molibdeno e rame.
Alcuni di questi elementi sono già normalmente presenti in abbondanza nell'acqua del nostro acquario:
• ossigeno e idrogeno fanno parte dell'acqua stessa
• calcio e magnesio si trovano in quantità più che sufficiente nella maggior parte delle acque di rete
• mentre azoto e fosforo, presenti in quantità variabile nell’acqua di rubinetto, vengono costantemente introdotti in acquario con i mangimi e sono lo scarto del metabolismo dei pesci.
Fertilizzazione di base
Viste queste premesse, la via più semplice per migliorare la salute e la crescita delle proprie piante è quella di utilizzare un fertilizzante universale per acquario a base di quelle sostanze che molto probabilmente scarseggiano, come il potassio e i microelementi.
In alternativa, si potrebbe utilizzare anche un fondo fertile composto da sostanze naturali che rilasciano gradualmente le sostanze nutritive. Siccome, però, alcuni tipi di fondo fertile alterano i valori chimici dell'acqua, il loro utilizzo va in genere consigliato solo ad acquariofili con una certa esperienza.
I fertilizzanti sono disponibili in forma liquida e come tavolette o compresse a lento rilascio da inserire nel substrato di fondo, utili soprattutto per le piante che hanno un assorbimento dei nutrienti per via radicale.
Dato che ogni acquario fa storia a sé, in quanto i vari fattori (illuminazione, caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua, numero di dimensione di pesci e piante, efficienza del filtraggio, ecc.) differiscono da vasca a vasca, è consigliabile, almeno all’inizio, provare fertilizzanti della stessa linea dalla composizione differente, in modo da trovare quello che meglio si adatta alle proprie esigenze.
Fertilizzazione avanzata
Per la vasca dell’appassionato medio, una fertilizzazione di base può essere sufficiente per ottenere una buona crescita delle piante.
In acquari con una folta vegetazione, composta magari da molte piante a crescita rapida oppure da piante particolarmente esigenti, questo sistema potrebbe rivelarsi insufficiente.
I segni sono inequivocabili: piante che stentano a crescere, foglie che ingialliscono e si staccano o appaiono rovinate, sviluppo di alghe (organismi vegetali semplici molto più bravi delle piante superiori ad adattarsi a situazioni non ottimali).
A questo punto è necessario munirsi di alcuni test che permettono di controllare la concentrazione dei principali elementi nutritivi disciolti in acqua, quali nitrati, fosfati, calcio, magnesio, potassio e ferro, in modo da poterne verificare la loro concentrazione e portarla ai valori ottimali per le piante, ricorrendo a fertilizzanti specifici.
I test da effettuare
Occorrerà controllare che la concentrazione di nitrati si mantenga fra i 10 e i 30 mg/litro (concentrazioni superiori ai 50 mg/l sono potenzialmente tossiche per i pesci più sensibili e favoriscono la crescita delle alghe) e che quella di fosfati sia di 0,5-2 mg/l (concentrazioni superiori, anche se non pericolose per i pesci, possono portare allo sviluppo di alghe).
Per il potassio, invece, la concentrazione ottimale è di circa 10-20 mg/l perché valori superiori non hanno conseguenze sui pesci, ma potrebbero favorire lo sviluppo algale.
Il valore del calcio viene valutato attraverso il test del KH (che rileva la quantità di carbonati): un valore compreso fra i 4 e gli 8 gradi indica una concentrazione di calcio sufficiente per le piante, mentre occorre fare attenzione a eccessi in quanto vanno a bloccare l'assorbimento di alcuni microelementi.
La quantità di magnesio ottimale per la crescita delle piante, invece, dovrebbe essere compresa fra i 10 e i 20 mg/l: la sua concentrazione può essere stabilita attraverso test specifici oppure dedotta, effettuando i test del KH e del GH (che indica la durezza totale, dovuta in buona parte a calcio e magnesio).
La differenza fra GH e KH ci indicherà, almeno in maniera approssimativa, la concentrazione di magnesio. Nel caso del ferro, infine, occorre mantenere una concentrazione di circa 0,1-0,2 mg/l. Valore determinato attraverso test specifici oppure in maniera empirica con l’osservazione attenta delle piante.
Un eccesso di ferro e, in generale, di tutti i microelementi è tossico per i pesci, ma soprattutto per gli invertebrati acquatici, come gamberetti e lumache.
Imparare a osservare
L’appassionato con un certo grado di esperienza spesso riesce a individuare la carenza dei vari minerali anche osservando attentamente lo stato di salute delle foglie delle proprie piante.
Ad esempio, carenze di azoto e fosforo portano a un ingiallimento, mentre quella di magnesio porta ad avere foglie pallide con nervature più scure. Anche una carenza di ferro porta a conseguenze simili, ma in questo caso le foglie tendono a staccarsi facilmente.
Una carenza di potassio porta le foglie più vecchie a ingiallire e coprirsi di macchie, tendendo a staccarsi dal fusto, mentre una carenza di calcio porta alla formazione di nuove foglie deformi.
Naturalmente queste indicazioni non sempre sono chiare ed evidenti e, spesso, cambiano anche in base al tipo di pianta e all’interazione di più variabili quali pH, durezza dell’acqua e correlazione fra i vari elementi nutritivi, ragione per cui è sempre consigliabile cercare conferma alle proprie osservazioni effettuando gli appositi test.
Fai da te: il PMDD
PMDD è un acronimo inglese che indica un metodo di fertilizzazione delle piante d'acquario che si basa sull’utilizzo di composti chimici reperibili in commercio. In rete è possibile trovare varie “ricette” per poter creare in casa il proprio fertilizzante per acquario. Questo sistema richiede una certa dose di esperienza e non è certo consigliabile al neofita o a chi gestisce poche vasche, magari di piccole dimensioni, che non siano piene di vegetazione.
Conclusioni
La fertilizzazione delle piante da acquario può essere semplice o complessa a seconda delle esigenze delle piante che vogliamo coltivare, ma soprattutto dai risultati che vogliamo ottenere.
Se utilizzare un prodotto “base” che ci aiuti al mantenimento della flora acquatica è consigliabile per qualsiasi appassionato, i metodi di gestione più avanzati andranno seguiti e gestiti principalmente dagli appassionati più esigenti che intendono trasformare la propria vasca in una vera e propria meravigliosa e lussureggiante foresta subacquea.
DOMANDE FREQUENTI
-Ogni quanto fertilizzare piante acquario?
La fertilizzazione delle piante d'acquario dovrebbe essere effettuata 2-3 volte a settimana per garantire una crescita ottimale e colori vivaci. I fertilizzanti liquidi per acquario vanno dosati secondo le indicazioni del produttore, generalmente 1-2 ml per ogni 50 litri d'acqua, mentre i fertilizzanti in compresse si inseriscono direttamente nel substrato ogni 15-20 giorni. La frequenza può variare in base alla densità di piantumazione, illuminazione e presenza di CO2: acquari densamente piantumati con illuminazione LED intensa richiedono fertilizzazioni più frequenti. Monitora sempre la crescita delle piante e regola di conseguenza: foglie gialle o crescita rallentata indicano carenze nutritive che richiedono un incremento della concimazione per piante acquatiche.
-Cosa aggiungere all'acqua per nutrire le piante?
Per nutrire le piante d'acquario è essenziale aggiungere fertilizzanti liquidi completi contenenti macro e micronutrienti: azoto (N), fosforo (P), potassio (K), ferro, magnesio e oligoelementi. I fertilizzanti specifici per acquario come quelli a base di chelati di ferro garantiscono un assorbimento ottimale, mentre l'aggiunta di CO2 liquido o gassoso potenzia la fotosintesi e la crescita. Substrati nutritivi arricchiti con laterite o argilla forniscono nutrimento alle radici, complementando i fertilizzanti liquidi che nutrono attraverso le foglie. Per acquari piantumati è consigliabile utilizzare acqua osmosi remineralizzata con sali specifici che apportano calcio, magnesio e carbonati, creando le condizioni ideali per una flora acquatica rigogliosa e un ecosistema bilanciato.
-Come avere piante rigogliose in acquario?
Per avere piante rigogliose in acquario sono fondamentali quattro elementi chiave: illuminazione LED full spectrum di 8-12 ore al giorno, fertilizzazione regolare con macro e micronutrienti 2-3 volte a settimana, CO2 supplementare per potenziare la fotosintesi e substrato nutritivo ricco di ferro e minerali. La temperatura dell'acqua deve essere mantenuta tra 22-26°C con pH leggermente acido (6,0-7,0) per favorire l'assorbimento dei nutrienti, mentre una corrente moderata garantisce la distribuzione omogenea di CO2 e fertilizzanti. Potature regolari delle foglie danneggiate e pulizia del substrato prevengono la formazione di alghe competitive, mantenendo l'equilibrio biologico dell'acquario. Scegliere piante facili come Vallisneria, Cryptocoryne o Anubias per iniziare, per poi passare a specie più esigenti una volta acquisita esperienza nella cura delle piante acquatiche.

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