Acquariologia

Testiamo l'acqua del nostro acquario

Affinché la riproduzione dei pesci in acquario abbia successo e, soprattutto, i piccoli nati possano sopravvivere e crescere sani e forti, è necessario seguire importanti accorgimenti.

Nell’acqua è possibile trovare molte sostanze disciolte, alcune fondamentali per la stabilità e la vita di animali e piante che in essa vivono, altre – al contrario – potenzialmente pericolose o addirittura letali.

Per nostra fortuna, gran parte dei pesci e delle piante d’acqua dolce oggi in commercio provengono da allevamenti e sono piuttosto adattabili a condizioni non ottimali, soprattutto se le variazioni avvengono con gradualità. Questo, però, non significa che i nostri ospiti siano in grado di adattarsi a tutto, per cui è necessario tenere sotto controllo i parametri chimico fisici fondamentali dell’acqua.

Test a strisce

I test a strisce consistono in strisce di materiale cartaceo o plastico contenenti uno o più punti muniti di un reagente chimico, il cui colore varia a seconda del valore misurato una volta che questo entra in contatto con l’acqua dell’acquario. Sono di rapida esecuzione e di facile utilizzo: con una sola striscia si possono testare più valori in maniera rapida; sono, però, poco precisi.

Test a reagente

I test a reagente con viraggio di colore consistono nel miscelare in una provetta l’acqua da analizzare con reagenti specifici, ottenendo colori diversi in base alla sostanza che vogliamo quantificare. Sono più accurati delle strisce, ma richiedono una certa manualità e qualche minuto di tempo.

Test strumentali

I test strumentali, infine, richiedono un apparecchio elettronico studiato appositamente per la misurazione di un determinato parametro. Sono molto precisi e veloci, ma necessitano di cure e manutenzione costanti nonché di periodiche calibrazioni.

 

Anche eccessi di cibo e animali morti contribuiscono a inquinare l’acqua in modo importante.

 

Cosa bisogna controllare

Sembrerà banale, ma il primo parametro da tenere sotto controllo è la temperatura. La maggior parte delle specie tropicali in commercio vive a temperature comprese tra i 20 e 28° C. Sbalzi rapidi di un paio di gradi sono un forte stress per i pesci: i cambi di temperatura, quindi, devono sempre essere graduali, soprattutto nei nuovi inserimenti e durante i cambi d’acqua.

Usiamo i termometri

In commercio ci sono vari tipi di termometri, sia digitali che i classici a colonnina con scala graduata; tutti danno un‘indicazione media su quella che è la temperatura ideale, in modo da facilitare la lettura. Esclusi casi particolari (ad esempio i Discus), una temperatura media di 24-25° è gradita alla maggior parte dei pesci e piante in commercio. Temperature verso la soglia più bassa rallentano il metabolismo dei nostri animali, con maggior esposizione a diverse patologie, mentre temperature vicine alla soglia più alta riducono l’ossigeno in acqua e rallentano il metabolismo delle piante.

 

Con uno strumento elettronico molto simile a quello usato per il pH, è possibile misurare anche la conduttività elettrica espressa in microSiemens, che esprime il contenuto di ioni presenti in acqua: nell’acquario di comunità tale valore dovrebbe essere mantenuto tra i 200 e i 400 uS.

 

Analizziamo gli inquinanti

Ammonio/ammoniaca e nitriti sono composti azotati altamente tossici per i pesci e la loro concentrazione in acquario deve essere pari o molto prossima allo zero. Queste sostanze possono trovarsi più facilmente in vasche appena allestite, nelle quali il filtro non è ancora pienamente efficiente, oppure in acquari sovraffollati. In una vasca avviata da tempo e ben funzionante sono soprattutto i nitrati quelli da tenere sotto controllo, anche se rappresentano un pericolo per la salute degli animali acquatici solo quando presenti in concentrazioni elevate (40-50 mg/litro). La misurazione di questi composti può essere effettuata attraverso test a strisce o a reagente.

Minerali disciolti e carbonati

In acquario si misura la durezza totale GH e la durezza carbonatica KH in gradi tedeschi: il primo parametro indica la quantità di sali presenti in acqua e dovrebbe avere mediamente un valore compreso fra 8 e 12; il secondo indica la quantità di carbonati, principalmente di calcio e magnesio che agiscono come tamponi, ossia regolatori del pH. I carbonati, che vengono inoltre assorbiti da animali e piante per il loro metabolismo, andrebbero mantenuti fra 4 e 8. Vi sono, poi, alcune specie di pesci che gradiscono valori superiori, come i ciclidi dei laghi africani e i poecillidi. Anche per eseguire queste misurazioni si usano test a strisce o reagente.

I valori del pH

Il pH esprime il rapporto fra la concentrazione di ioni H+ e OH- presenti nell’acqua. Il valore 7 indica la neutralitàvalori inferiori indicano il prevalere di ioni H+ e l’acqua si definisce acida o tenerase i valori sono superiori a 7, invece, significa che prevalgono gli ioni OH- e l’acqua è detta alcalina o dura. Un valore di pH vicino a 7 è tollerato dalla maggioranza dei pesci d’acqua dolce. Fanno eccezione i soliti ciclidi africani che necessitano di un pH basico. Oltre ai citati test a strisce e a reagente, per misurare il pH è possibile utilizzare anche strumenti elettronici che rendono la rilevazione molto rapida e facile.

Altri parametri da considerare

Il numero di parametri misurabili in un acquario è smisurato, così come lo sono i minerali e i composti che questo può contenere. Chi è interessato alla coltivazione di una vegetazione acquatica rigogliosa, ad esempio, vorrà conoscere la quantità di ferro, magnesio, fosforo e potassio. Chi utilizza impianti a CO2, invece, dovrà necessariamente tenere sotto controllo la sua concentrazione. Si potrebbe avere, infine, la necessità di rilevare l’eventuale presenza di rame, un metallo tossico che può essere stato introdotto attraverso medicinali, con acqua contaminata e così via.

Conclusioni

Come sempre prevenire è molto meglio che curare. Il controllo regolare e periodico dei principali valori dell’acqua permette di evitare spiacevoli inconvenienti che potrebbero pregiudicare la salute di pesci e piante, evitandoci in tal modo grosse delusioni

A cura di Stefano Mongiusti, Medico veterinario, acquariofilo

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