Sani come un pesce?
Anche i pesci del nostro acquario possono essere colpiti da alcune patologie – spesso provocate da batteri e funghi – talvolta mortali. Vediamo quali sono le più comuni e come curarle.
Contrariamente a quanto recita il detto popolare, anche i pesci possono ammalarsi come tutti gli altri animali. Le malattie possono essere di varia natura ed elencarle tutte è quasi impossibile, per cui mi limiterò a riportare le più comuni osservabili nell’acquario domestico.
La prevenzione è fondamentale
Come sempre, prevenire è meglio che curare. Seguendo alcuni accorgimenti è possibile evitare l’insorgenza di alcuni seri problemi. La prevenzione comincia già al momento dell’acquisto: i pesci che s’intende comperare devono essere in perfetta salute, non presentare lesioni o problemi nel nuoto. Un pesce sano accetta sempre il cibo, per cui se avete dubbi chiedete al negoziante di poterlo vedere mangiare.
Forse non tutti sanno che mangimi arricchiti da estratto di aglio rafforzano il sistema immunitario dei pesci e svolgono un’azione antiparassitaria.
Quando acquistiamo un pesce possiamo chiedere al negoziante di dargli da mangiare: un animale in buona salute non rifiuta mai il cibo!
Attenti alla temperatura
È fondamentale, inoltre, evitare gli sbalzi di temperatura: i pesci vanno trasportati in sacchetti mantenuti in contenitori termici o, per lo meno, avvolti in fogli di carta di giornale. Una volta arrivati a casa, occorre lasciar galleggiare il sacchetto in acquario almeno 20-30 minuti, in modo da abituare il nuovo ospite alla temperatura dell’ambiente. Nonostante tutte le precauzioni e le attenzioni che possiamo dedicare ai pesci, però, questi si possono ammalare.
La vasca più corretta
Purtroppo alcune patologie hanno cicli di sviluppo che richiedono diversi giorni prima di manifestarsi, per cui un pesce apparentemente sano potrebbe dare i primi segnali di malessere anche diverso tempo dopo il suo inserimento in vasca, diventando così una minaccia per i vecchi ospiti dell’acquario. Per questa ragione, l’ideale sarebbe possedere una piccola vaschetta di quarantena senza alcun materiale di arredo, ma naturalmente dotata di filtro e riscaldatore, dove poter alloggiare per almeno 10-15 giorni i nuovi acquisti. Poiché non è semplice attrezzarsi in tal modo, è buona norma acquistare solo da negozianti di fiducia, preferibilmente pesci già acclimatati e, quindi, presenti in negozio da qualche tempo. Infine è fondamentale gestire con cura il proprio acquario tenendo sempre il filtro pulito ed efficiente, effettuando cambi parziali regolari dell’acqua, non eccedere con il numero degli ospiti e con il cibo somministrato: queste sono le regole fondamentali che permettono di prevenire l’insorgere di gran parte dei problemi.
Alcuni accorgimenti
I negozianti e gli allevatori più esigenti attrezzano le loro vasche con sistemi che permettono di distruggere gran parte dei possibili patogeni presenti in acqua. Ricorrono, per esempio, a specifiche lampade UV oppure a impianti di ozonizzazione. Questi sistemi vanno utilizzati con cautela e solo da persone con una certa esperienza perché l’utilizzo improprio può danneggiare gli ospiti della vasca. Per esempio: la lampada dev’essere di adeguata potenza al volume dell’acqua, perché se è poco potente non è efficace. L’ozono, invece, va dosato con strumenti specifici di difficile gestione: se si libera più ozono in vasca di quello che serve, gli organismi viventi muoiono ma se è troppo poco risulta inefficace per la riduzione dei patogeni. Tutti possiamo, però, ricorrere a questa semplice accortezza: utilizzare mangimi arricchiti con estratti di aglio, sostanza che pare favorire la resistenza alle malattie e avere un effetto antiparassitario.
Le malattie più comuni
Senza dubbio la malattia più comune che può colpire i pesci d’acqua dolce è l’ictioftiriasi: si manifesta con piccoli puntini bianchi diffusi su tutto il corpo del pesce simili a granelli di zucchero. L’origine di questa patologia è un protozoo parassita che s’insinua sotto le scaglie dell’animale. Le cause scatenanti possono essere: l’introduzione di un pesce malato, uno sbalzo di temperatura o una situazione di stress come il sovraffollamento, pesci aggressivi che stressano e feriscono quelli più timidi, l’inquinamento della vasca. Tutte condizioni che provocano il calo delle difese immunitarie dell’animale facilitando l’attacco del parassita.
Sintomi e cure
I pesci colpiti risultano nervosi e si sfregano contro le pareti della vasca o contro gli oggetti di arredo, cercando in tal modo di liberarsi dal parassita. La malattia può in alcuni casi risolversi autonomamente, ma di solito servono la somministrazione di medicinali a base di rame oppure bagni in acqua leggermente salata per evitare la morte degli esemplari più deboli. L’equivalente dell’ichtyo in acqua salata viene causata, invece, da protozoi quali Oodinium e Cryptocarion. Pesci farfalla e pesci chirurgo sono particolarmente sensibili. Il trattamento è il medesimo.
Se i responsabili sono funghi e batteri
Altra patologia molto comune in acquario, che si manifesta con escrescenze cotonose simili a muffa sul corpo del pesce colpito, è la saprolegnosi causata da funghi. Anche in questo caso un bagno di qualche decina di minuti in acqua leggermente salata o l’utilizzo di medicinali specifici può facilmente curare la malattia al suo insorgere; se invece l’intervento non è tempestivo, il fungo può aggredire gli organi interni provocando la morte del pesce. Altra malattia che si osserva a volte sui pesci appena acquistati, oppure su pesci feriti a causa dei combattimenti con i loro coinquilini di vasca, è la corrosione delle pinne, causata da alcuni batteri che spesso provocano la completa distruzione dei tessuti e la successiva morte, se non s’interviene prontamente con medicine adeguate.
Altre patologie potenzialmente mortali
Una patologia che colpisce frequentemente Pecilidi (platy, molly) e Anabatidi (Colisa, Betta), invece, è l’idropisia che porta quasi sempre l’esemplare infetto alla morte: il pesce risulta gonfio e fatica a mantenere la linea di galleggiamento. Può dipendere da un accumulo di liquidi all’interno del corpo, conseguenza di diverse infezioni o infiammazioni di uno o più organi interni. La presenza di feci filamentose, spesso mucose e quindi biancastre, indica infine un’infiammazione a livello intestinale che può essere di origine batterica. Il trattamento non è semplice e richiede l’utilizzo di antibiotici o antiparassitari prescritti da un esperto.
Come ricreare l’ambiente perfetto
L’utilizzo di medicinali in acquario causa inevitabilmente danni al delicato equilibrio della vasca: per ristabilire le condizioni ottimali alla vita dei pesci è necessario effettuare, non appena possibile e comunque al termine della terapia, un abbondante cambio parziale dell’acqua. Importante, inoltre, utilizzare per qualche settimana del carbone attivo nel filtro, che permette di assorbire le sostanze chimiche ancora presenti in acquario evitando che continuino a interferire con l’equilibrio biologico dell’acquario.
A cura di Stefano Mongiusti, Medico Veterinario, acquariofilo ed erpetofilo