Non chiamiamoli pesci “spazzini”
Erroneamente si pensa che il compito dei pesci pulitori sia quello di rimuovere dall’acquario qualsiasi tipo di sporcizia (sia dai vetri che dal fondale): la realtà, però, è ben diversa! Andiamo alla scoperta di questa specie meravigliosa, di cui esistono numerosi esemplari.
Ancora oggi, con il nome generico di pulitori molti acquariofili raggruppano tutti quei pesci d’acqua dolce che si nutrono sul fondo o che, grazie alla loro bocca a ventosa, sono in grado di aderire ai vetri dell’acquario e alle decorazioni.
Tante esigenze da rispettare
Occorre subito chiarire una cosa: non esistono pesci “spazzini” in grado di ripulire il fondale da rifiuti ed escrementi di altri pesci, così come non ci sono pesci in grado di ripulire perfettamente i vetri o altro dalle alghe al nostro posto. Tutte queste creature, per vivere a lungo, devono essere alimentate in maniera mirata e hanno le loro esigenze specifiche che devono essere rispettate come tutte le altre specie.
Una curiosità: i pesci pulitori Corydoras sono in grado di respirare l'ossigeno atmosferico, per cui capita di vederli abbandonare rapidamente il fondo della vasca per andare in superficie a prendere una "boccata d'aria fresca"!
L’errore più comune
Questi simpatici pesciolini, lunghi pochi centimetri, spesso sono allevati in maniera inadeguata e non vengono alimentati nella convinzione che quello che troveranno sul fondale nella loro continua ricerca di cibo sia sufficiente al loro fabbisogno. Non è assolutamente così, però, e per questo motivo è facile trovare in acquario esemplari magri e denutriti.
Il mangime giusto
Per allevarli con cura, vederli muoversi incessantemente sul fondo della vasca alla ricerca di cibo e magari assistere alla loro deposizione, occorre inserirli in vasche già avviate da tempo (e, quindi, ricche di piccoli organismi dei quali si nutrono) e completare la loro alimentazione con un buon mangime da fondo in compresse.
Come allevare le Botia
Altri pesci popolari per lo strato inferiore dell’acquario sono i cobiti asiatici del genere Botia. Rispetto ai colleghi americani hanno dimensioni superiori, che vanno dai 10 ai 30 cm della bellissima Botia Pagliaccio. Anche in questo caso si tratta di pesci di branco che vanno allevati perlomeno in piccoli gruppi e che devono ricevere un’alimentazione mirata. Le Botia tendono a mangiare le piante più tenere e sono ghiotte di lumache acquatiche.
I pesci “pulivetro”
Con questo nome si descrivono (in modo fuorviante) tutti quei pesci dotati di un apparato boccale le cui labbra formano una specie di anello che permette all’animale di aderire alle superfici lisce. Questa conformazione a ventosa della bocca, però, non serve a raschiare le alghe ma, in molti casi, è un adattamento evolutivo che ha permesso ad alcune specie ittiche di vivere anche in fiumi e torrenti dalla corrente impetuosa, aggrappandosi saldamente alle rocce senza venir trascinati via.
Diverse specie
In commercio si trovano facilmente sia specie asiatiche appartenenti, come le Botia, alla famiglia di Ciprinidi (la stessa del comune pesce rosso) sia specie sudamericane appartenenti alla famiglia dei Loricaridi. Fra i primi, il più conosciuto in acquariofilia è senza dubbio il Gyrinochellius: si tratta di un pesce dalla forma piuttosto affusolata che da giovane si nutre esclusivamente di alghe, poi crescendo si alimenta anche di squame e muco di grossi pesci.
In commercio si trovano facilmente sia specie asiatiche appartenenti, come le Botia, alla famiglia di Ciprinidi (la stessa del comune pesce rosso) sia specie sudamericane appartenenti alla famiglia dei Loricaridi. Fra i primi, il più conosciuto in acquariofilia è senza dubbio il Gyrinochellius: si tratta di un pesce dalla forma piuttosto affusolata che da giovane si nutre esclusivamente di alghe, poi crescendo si alimenta anche di squame e muco di grossi pesci.
Mangiatori di alghe
Grazie al loro aspetto, i pesci angelo sono spesso il pezzo forte dell’acquario dell’appassionato, che può anche arrivare a pagare cifre importanti pur di poter possedere una specie particolarmente rara. Purtroppo però, come accade per molte altre specie marine, anche in questo caso la quasi totalità dei soggetti disponibili in commercio deriva da catture effettuate in natura. Negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati fatti molti sforzi per riuscire a riprodurre anche in cattività questi pesci e, finalmente, cominciano ad essere reperibili sul mercato anche alcune specie riprodotte in acquario. La speranza, naturalmente, è quella che un giorno non troppo lontano, tutti i pesci angelo che vediamo in acquario vi siano anche nati, regalando in tal modo agli appassionati pesci sicuramente più robusti ed adattabili alla vita in cattività e, soprattutto, permettendoci di preservare intatte le popolazioni selvatiche!
Il gruppo dei sudamericani
Come accennato, il Sudamerica è la terra dei Loricaridi. Si tratta di una famiglia appartenente all’ordine dei siluriformi che raggruppa diversi generi e specie, molte delle quali ancora da classificare, la cui taglia varia dai pochi centimetri fino a superare il mezzo metro. Alcuni sono fitofagi (mangiano alghe e piante acquatiche), molti altri sono onnivori o addirittura carnivori. Ci sono, poi, esemplari con livree molto vistose e per questo particolarmente ricercati dagli appassionati e venduti a prezzi molto elevati.
Dai piccoli Ancystrus...
La maggior parte degli esemplari in commercio è di cattura e ha esigenze di allevamento specifiche, per cui prima di acquistarli occorre informarsi correttamente. Fra le specie più diffuse in commercio c’è l’Ancystrus: si tratta di un pesciolino lungo una decina di centimetri, di colore scuro, con piccole macchie bianche su tutto il dorso. Gli Ancystrus sono onnivori, per cui è necessario integrare la loro dieta con vegetali come zucchine sbollentate e mangimi in compresse se si vuole evitare che la fame li spinga a mangiare le piante dell’acquario o le uova di altri pesci!
... agli Otocinclus e Plecostomus
Altro genere piuttosto comune è quello degli Otocinclus: si tratta di pesciolini di pochi centimetri, dal ventre bianco e il dorso scuro, piuttosto timidi e delicati (per cui vanno allevati in piccoli gruppetti come in natura) e amano nutrirsi di alghe. Il Plecostomus, al contrario, non è certo adatto a tutti gli acquari: venduto spesso come mangia alghe quando misura pochi centimetri, questo pesce onnivoro supera facilmente in poco tempo i 30 cm sconvolgendo con i suoi movimenti l’arredo e la vita degli inquilini della normale vasca casalinga.
La pulizia dipende da noi!
In conclusione, i cosiddetti pesci pulitori sono animali molto diversi fra loro, spesso attraenti e dal comportamento interessante. Meritano, perciò, di essere allevati con cura e attenzione e non semplicemente per tenere pulito l’acquario: questo compito resta inevitabilmente a carico di un diligente acquariofilo e nessun pesce può sostituirlo!
Attenzione alla temperatura!
Alcune specie di pesci pulitori sono piuttosto sensibili all’Ichtyo, la malattia “dei puntini bianchi”: per questo è importante evitare sbalzi di temperatura e altri stress che possono indebolire le loro difese immunitarie, come la qualità dell’acqua (che deve essere sempre curata) e la vasca piccola e/o sovraffollata.
A cura di Stefano Mongiusti, Medico Veterinario, acquariofilo ed erpetofilo