Acquariologia

Gli angeli del mare

I pomacantidi, chiamati comunemente pesci angelo, sono molto conosciuti fra gli acquariofili marini. La loro livrea e il loro portamento hanno contribuito a renderli molto popolari ed apprezzati da un gran numero di persone: estimatori e non.

Gli appassionati di lingua anglosassone chiamano gli appartenenti alla famiglia dei pomacantidi “Pesci angelo”, ma questo soprannome può generare confusione in quanto vengono chiamate così anche alcune specie di pesci d’acqua dolce. I nostri angeli marini sono rappresentati da una novantina di specie, le cui dimensioni variano dai 10 cm fino ad oltre il mezzo metro. Sono caratterizzati da un corpo compresso lateralmente, con pinna dorsale ed anale simmetriche fra loro.

Una famiglia numerosa

Questa famiglia comprende diversi generi: i più importanti sono i Centropyge – comunemente chiamati pesci angelo nani (diffusi in tutti gli oceani) – gli Holocanthus (dell’Oceano Atlantico) ed i Pomacanthus (dell’Oceano Pacifico e Indiano). Più raramente è possibile trovare in commercio anche rappresentanti dei generi GenicanthusApolemicthys e Chaetodontoplus.

 

Inizialmente, i pesci angelo sono piuttosto “timidi”, perciò è necessario dotare l’acquario di numerosi nascondigli, in cui possono trovare riparo e sentirsi al sicuro.

 


Alcune stranezze

La colorazione e la livrea dei piccoli del genere Pomacanthus sono completamente diverse da quelle che assumeranno una volta adulti. Nella prima fase della loro vita, infatti, hanno una colorazione di fondo blu sulla quale si trovano una serie di linee bianche, disposte in modo diverso a seconda della specie. Man mano che il pesce cresce si assiste ad un cambiamento graduale ma drastico, che lo porterà nel giro di diversi mesi alla sua colorazione definitiva. Se i Pomacanthus sono dei “trasformisti”, gli esemplari del genere Centropyge hanno un’altra peculiarità: alla nascita sono tutti femmine, poi alcuni di loro, generalmente i più grandi, crescendo diventano maschi. Distinguere i sessi nei pomacantidi è quasi sempre molto difficile, ma esiste un’eccezione: i rappresentanti del genere Genicanthus hanno maschi e femmine talmente differenti fra loro per colore e livrea da farli sembrare specie diverse!

Allevamento in acquario

I pesci angelo sono molto popolari ma non rappresentano la scelta migliore per il neofita. Le difficoltà a cui si va incontro nel loro allevamento sono molteplici e occorre porre attenzione a vari aspetti: le dimensioni, il carattere aggressivo di molte specie, il difficile adattamento alla vita in cattività (soprattutto degli esemplari catturati in natura già adulti) e la particolare sensibilità a parassiti, malattie e all’inquinamento dell’acqua.

La dimensione della vasca

I pomacantidi, salvo rare eccezioni, sono rappresentati da specie che raggiungono o superano i 40 cm e, per tale ragione, se li si vuole allevare in modo corretto, occorre disporre di vasche dalla capacità di almeno 600 litri. Se possedete una vasca da 100 litri, dunque, la scelta migliore (se non obbligata) è quella di orientarsi verso i bellissimi Centropyge, che nella maggior parte dei casi non superano i 10 cm.

Attenti agli "inquilini"

Appena introdotti in una vasca, tutti i pesci angelo sono molto timidi, per cui è importante predisporre molti nascondigli per farli sentire più al sicuro. Una volta ambientati – e se non ci sono pesci troppo aggressivi – essi diventeranno a poco a poco i padroni di casa. Sono, in genere, piuttosto territoriali e tendono ad accanirsi in particolare contro altri pesci che manifestano un comportamento ed un aspetto simile al loro. Per questa ragione è sempre meglio evitare la convivenza fra esemplari di specie simili e, soprattutto, fra esemplari della stessa specie, a meno che non si abbia la sicurezza di avere a disposizione una coppia.

 

L’abitudine di cercare continuamente nutrimento fra le rocce, non li rende ideali per un acquario di barriera ricco di invertebrati sessili. Spesso, infatti, ne sono infastiditi e possono cibarsene. Per tale ragione, prima dell’acquisto, è importante informarsi sulle abitudini della specie, tenendo sempre conto che anche quelle considerate meno a rischio potrebbero, un giorno, rappresentare un pericolo per i coralli del nostro acquario!

 


La dieta corretta

È importante, inoltre, curare l’acqua e somministrare sempre alimenti di ottima qualità. In natura, tutti i pomacantidi brucano le rocce in cerca di alghe, spugne e tunicati (tranne i Genicathus, che si nutrono di zooplancton). Queste abitudini alimentari fanno sì che, almeno inizialmente, essi cerchino nutrimento sulle rocce e sulle decorazioni della vasca: perciò è indispensabile che questa sia già avviata da tempo, così da poter soddisfare (almeno provvisoriamente) le esigenze alimentari dei nuovi ospiti, in attesa che si adattino al cibo che noi somministreremo.

Una speranza per il futuro

Grazie al loro aspetto, i pesci angelo sono spesso il pezzo forte dell’acquario dell’appassionato, che può anche arrivare a pagare cifre importanti pur di poter possedere una specie particolarmente rara. Purtroppo però, come accade per molte altre specie marine, anche in questo caso la quasi totalità dei soggetti disponibili in commercio deriva da catture effettuate in natura. Negli ultimi anni, fortunatamente, sono stati fatti molti sforzi per riuscire a riprodurre anche in cattività questi pesci e, finalmente, cominciano ad essere reperibili sul mercato anche alcune specie riprodotte in acquario. La speranza, naturalmente, è quella che un giorno non troppo lontano, tutti i pesci angelo che vediamo in acquario vi siano anche nati, regalando in tal modo agli appassionati pesci sicuramente più robusti ed adattabili alla vita in cattività e, soprattutto, permettendoci di preservare intatte le popolazioni selvatiche!

A cura di Stefano Mongiusti, Medico Veterinario, acquariofilo ed erpetofilo