Comportamento ed educazione

QUESTIONE DI… FIUTO!

L’igiene e la cura del pelo sono fondamentali per il buono stato di salute del nostro amico a quattro zampe. Ma come possiamo insegnargli a vivere il momento del bagno con serenità e non come fonte di stress?

Il cane – come la maggior parte dei carnivori – è un animale macrosmatico, poiché dotato di un’elevata sensibilità olfattiva. Le molecole odorose seguono due vie per raggiungere le cellule della mucosa olfattiva: la via nasale diretta – legata all’inspirazione dal naso – e quella retronasale, in cui le molecole odorose contenute nell’aria e nei liquidi passano dalla bocca alla parte superiore della faringe durante la deglutizione.

L’importanza della corteccia olfattiva

La mucosa olfattiva ricopre il fondo delle cavità nasali ed è ricca di cellule nervose sensoriali capaci di legare gli odori. Il cane possiede circa 100 centimetri quadrati di mucosa olfattiva, mentre l’essere umano ne ha solo 5! Gli odori, attraverso il nervo olfattivo, arrivano alla corteccia olfattiva: proprio in questa parte del cervello avviene l’integrazione delle informazioni che provengono da tutti gli organi di senso.

Annusare per conoscere il mondo

Fin dai primi mesi di vita il sistema olfattivo del cucciolo elabora e cataloga tutte le molecole odorose con cui viene a contatto, così da costruire un archivio sensoriale; nella memoria sono inserite anche le emozioni legate all’esperienza che l’animale ha vissuto. Così facendo, quando il cane percepisce di nuovo quell’odore rivive le emozioni provate, come in un viaggio a ritroso nel tempo.

C’è razza e razza

Nonostante la domesticazione abbia ridotto la capacità del cane di percepire gli odori rispetto al lupo e al coiote, alcune razze (come i segugi e i beagle) sembrano essere dotate di un super olfatto. L’inclinazione del tartufo, infatti, permette all’animale di seguire una pista sul terreno oppure nell’aria. Nei segugi, ad esempio, il naso è diretto verso il basso per raccogliere tutte le molecole odorose disposte sul terreno a formare una pista; nel pointer, invece, il tartufo è rivolto verso l’alto così da inalare grandi quantità d’aria: una nuvola di odore che, spostata dal vento, assume la forma di un cono.

Allenare l’olfatto

Per sviluppare l’olfatto, il cucciolo ha bisogno di vivere numerose esperienze così da arricchire la memoria olfattiva. Per raggiungere questo obiettivo possiamo sfruttare una componente dell’apprendimento sociale: quando manipoliamo un oggetto, ad esempio, attiriamo l’attenzione del piccolo che lo esplorerà osservandolo con attenzione, toccandolo e annusandolo.

Sperimentare con pazienza

Poiché l’esperienza olfattiva è composta dal ricordo dell’odore e dalle emozioni provate, è necessario procedere con gradualità così che il nostro amico peloso non si spaventi e si senta sempre protetto e rassicurato dalla presenza della sua famiglia umana. Variare l’itinerario della passeggiata e condurlo nel bosco, sulle rive di un fiume, in spiaggia, sulla neve e così via gli permette, poi, di raccogliere informazioni che allenano l’olfatto.

Parola d’ordine: divertirsi!

Attività educative, come la ricerca olfattiva semplice e complessa, devono essere tarate in base alla maturazione delle abilità cognitive del cucciolo che si perfezionano durante la crescita. Le esperienze proposte devono essere svolte in ambito “giocoso” e non come un esercizio o un compito: la gioia e la curiosità devono prevalere!

Stimoliamolo col cibo

È necessario, infine, prestare attenzione ai giochi che gli proponiamo per stimolare la ricerca del cibo annusandone l’odore. Alcuni rompicapo o problem solving, infatti, non possono essere risolti senza il nostro supporto ma, secondo recenti studi, il cane – fino all’età di almeno quattro mesi – non è capace di chiedere aiuto con lo sguardo, l’abbaio o il contatto.

A cura di Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale