NON HO FAME!
Il comportamento alimentare del cane e del gatto, così come il loro appetito, possono variare a seconda di alcuni fattori, come momenti di malessere o il caldo eccessivo.
Le preferenze alimentari del cane sono state modificate dalla domesticazione ad opera dell’essere umano, mentre quelle del gatto domestico sono rimaste pressoché immutate rispetto alle caratteristiche del progenitore selvatico. I gusti del cucciolo e del gattino possono essere influenzati, inoltre, dall’alimentazione della madre durante la gravidanza, poiché il cibo modifica la composizione del liquido amniotico che avvolge i feti e cambia il gusto del latte. Anche l’esperienza può orientare le loro preferenze: un alimento che ha provocato nell’animale sintomi di malessere sarà evitato in futuro, mentre alcuni soggetti (soprattutto tra i gatti) faticano ad “assaggiare” gli alimenti che non hanno ingerito durante la giovane età.
Abitudini differenti
Se il cucciolo e il cane adulto consumano il cibo durante il giorno, suddividendolo in due o tre pasti, il gatto lo fa invece sia nel corso della giornata che durante la notte, compiendo fino a quindici-sedici piccoli pasti nelle ventiquattro ore. Un’abitudine alimentare legata al fatto che il felino è un cacciatore che consuma prede di piccole dimensioni più volte al giorno.
Il pasto, una questione di gerarchia per il cane?
Fino a qualche anno fa, il momento del pasto era considerato un punto focale nella costruzione della “gerarchia” del cane, prendendo a modello ciò che si pensava avvenisse tra i lupi. Recenti studi hanno mostrato che, in realtà, anche il suo progenitore selvatico gestisce il cibo come una vera famiglia: dapprima si alimentano i cuccioli e gli anziani e, in seguito, gli adulti. Mangiare dopo la famiglia umana e lasciare la ciotola a disposizione solo per pochi minuti, quindi, non contribuisce a creare la struttura sociale del gruppo! Al contrario, la preparazione e la consumazione del pasto sono un momento di unione familiare fondamentale nella costruzione di una relazione appagante. Per questo motivo, è necessario somministrare il pasto al cane due o tre volte al giorno, così da non far diventare il cibo una risorsa per cui competere, poiché è disponibile molto spesso.
Come farlo mangiare?
L’alimento dev’essere distribuito in un luogo tranquillo dell’abitazione, affinché il nostro quattrozampe lo consumi in tutta tranquillità senza essere disturbato dal passaggio dei proprietari o di altri animali presenti. Somministrargli il cibo prima o durante la colazione, il pranzo o la cena dei partner umani ridurrà, inoltre, il fenomeno dell’accattonaggio: un cane sazio rimarrà più facilmente accucciato e tranquillo vicino al gruppo che mangia! Se è vero che gli alimenti servono per il suo nutrimento, è altrettanto vero che essi assumono per lui anche un valore simbolico ed emozionale, ossia di unione e intimità: un valore ancora più forte quando non gli diamo le solite crocchette o cibo umido, bensì un bocconcino che arriva dal nostro piatto (a patto che non gli provochi dissenteria o altri sintomi).
Numerose aree cibo per il gatto
Il gatto, invece, gradisce “cercare” l’alimento come se stesse cacciando: per questo è necessario disporre due o tre punti cibo (con croccantini), lontani dalle cassette igieniche. Alcune ciotole possono essere collocate, ad esempio, in luoghi sopraelevati, come il tavolo o il top della cucina. Anche in questo caso, comunque, è bene scegliere un luogo tranquillo della casa, per consentire al felino di mangiare in pace. Qualora fossero presenti più gatti, è opportuno distanziare le ciotole di qualche metro: in questo modo possono consumare il cibo senza trovarsi di fronte un altro soggetto a loro “poco simpatico”!
Come mangia Micio?
È importante sapere anche che, fin dall’adozione, il gattino dovrebbe avere a disposizione cibo secco “ad libitum” sia il giorno che la notte (cioè per l’intera dose quotidiana), in modo che impari a regolare la quantità necessaria alle proprie attività, concedendogli qualche cucchiaino di cibo umido in occasione dei nostri pasti. Inoltre, è opportuno riservargli un “posto a sedere” sul tavolo, predisponendovi una cuccetta o un cestino, così che possa condividere il momento del pasto con la famiglia: potrà osservare e, a discrezione dei proprietari, partecipare.
Appetibilità…
Ogni cane e gatto possiede, così come noi, gusti e preferenze. L’appetibilità di un alimento dipende dall’aspetto, dall’odore, dal sapore e dalla consistenza; anche la temperatura del cibo, il luogo e l’ora di somministrazione svolgono un ruolo importante, così come l’intensità luminosa del periodo dell’anno. È bene ricordare che la bocca dei nostri pet è un organo tattile: l’alimento è analizzato e scelto, per esempio, in base alla forma della crocchetta o del pezzetto di carne (rotonda, quadrata o triangolare), alla rugosità della superficie (liscia o ruvida) e così via. In linea generale, sembra che il cibo umido sia più gradevole al palato quando è pastoso ed è somministrato tiepido.
… e appetito
L’appetito di Fido e Micio può diminuire quando sono presenti malattie organiche che provocano un malessere (come febbre, vomito, diarrea, insufficienza epatica e renale). Anche l’alta temperatura esterna può ridurlo, anche perché modifica più rapidamente – rispetto a ciò che accade durante gli altri periodi dell’anno – la consistenza, l’odore e il gusto dell’alimento. Le malattie comportamentali che inducono la presenza di emozioni negative (tra cui rabbia, paura, tristezza o disagio), inoltre, possono alterare l’appetito aumentandolo o diminuendolo.
Cosa fare?
Quando il nostro cane o gatto mostrano un’alterazione dell’appetito, è necessaria una visita presso il Medico Veterinario Curante per valutarne lo stato di salute fisico e psichico e decidere se e come modificare il regime alimentare, scegliendo tra una preparazione commerciale, casalinga o barf (“biologically appropriate raw food” oppure “bones and raw food”, cioè cibo crudo biologicamente appropriato). Un repentino cambio di “menù”, infatti, può mettere in difficoltà l’apparato digerente del pet, provocando diarrea e/o vomito e riducendo ancora di più l’appetito!
A cura di Sabrina Giussani, medico veterinario Esperto in Comportamento Animale
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