Comportamento ed educazione

Il cane anziano una seconda opportunità

Come accade per tutti, anche i nostri amici a quattro zampe invecchiano e, con il passare degli anni, appaiono meno reattivi, lenti e un po’ assenti. Cosa fare per aiutarli ad affrontare al meglio questa fase della loro vita?

 L’invecchiamento è un processo che interessa tutti gli esseri viventi: gli stadi della vita si susseguono dal concepimento alla nascita, all’età adulta e la senescenza chiude il cerchio. Durante lo stadio geriatrico, in ogni individuo avvengono cambiamenti progressivi, più o meno evidenti: le risposte del corpo e della mente agli stimoli che provengono dall’ambiente esterno o da quello interno (i livelli ormonali, per esempio) sono ridotte e inefficienti.

Le cause dell'invecchiamento

I meccanismi alla base dell’invecchiamento cerebrale non sono ancora stati ben compresi. Il termine “inflammaging”, in particolare, indica i cambiamenti che si evidenziano a livello cerebrale. Una fonte di “inflammaging” sono le cellule danneggiate che si accumulano con il passare degli anni a causa dell’aumentata produzione e dell’eliminazione inadeguata. Un’altra, invece, riguarda i cambiamenti legati all’età del sistema immunitario: la continua esposizione a virus e batteri per un gran numero di anni, infatti, fa sì che il sistema immunitario sia sovrastimolato ma sempre più inefficiente.

 

Alcune conseguenze

Gli studi effettuati in medicina umana a proposito delle demenze senili e, in particolar modo, della malattia di Alzheimerhanno mostrato la presenza di modificazioni nella struttura del cervello come, per esempio, l’assottigliamento della corteccia cerebrale. Tutto ciò comporta perdita della memoria, disorientamento, cambiamento della personalità e perdita dell’autonomia. A oggi non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire l’Alzheimer: tutti i trattamenti disponibili, infatti, hanno lo scopo di mitigarne i sintomi. Recenti ricerche, però, mettono in evidenza l’importanza della prevenzione, poiché alcuni fattori di rischio per lo sviluppo di questa patologia potrebbero essere legati al nostro stile di vita.

 


Il cane anziano

In Italia sono presenti più di sette milioni e mezzo di cani e la popolazione di soggetti anziani è in continuo aumento grazie alla protezione ambientale: l’alimentazione e le cure mediche, per esempio, aumentano la durata della vita media dei nostri amici a quattro zampe. Anche nel cane anziano è descritto un declino cognitivo simile a quello mostrato dalle persone affette dalla malattia di Alzheimer.

I primi segnali

I sintomi compaiono dopo i sette anni nei cani di grossa taglia e più avanti in quelli più piccoli. I principali sono: disorientamento (il cane fatica a riconoscere i luoghi che frequenta abitualmente, come l’abitazione o il parchetto), tendenza a isolarsi (rimane in disparte, non interagisce con gli “amici” abituali), sporcare in casa (“dimentica” di aver imparato a urinare e defecare durante la passeggiata), camminare avanti e indietro senza sosta.

Un campanello d'allarme

I disturbi del ciclo sonno-veglia sono, secondo la mia esperienza, il primo campanello d’allarme. L’animale si sveglia durante la notte e piagnucola come se volesse uscire o giocare; il comportamento, di solito, si ripete per qualche giorno per poi cessare all’improvviso, comparire dopo qualche settimana e peggiorare con il tempo. I sintomi sopra riportati, però, sono presenti anche in altre malattie: un esame clinico accurato presso lo specialista permette di effettuare una diagnosi differenziale.

La prevenzione è fondamentale anche per Fido

La prevenzione è fondamentale per supportare il cane anziano: il veterinario esperto in comportamento può rilevare i principali fattori di rischio e impostare un programma centrato sulla famiglia interspecifica a tutto tondo. È possibile agire sull’ambiente di vita, sulle relazioni sociali, sull’alimentazione, sull’attività fisica del cane e così via.

Come aiutarlo?

La casa può essere messa a “misura di anziano” così, per esempio, da consentire nuovamente al cane l’accesso al divano con una scaletta, favorendo le coccole serali che rinsaldano la relazione “a sei zampe”. L’esercizio fisico, invece, è volto alla rieducazione motoria così che l’animale possa mantenere un buon tono muscolare e riconoscere la propria posizione nello spazio per favorire l’equilibrio.

Alleati naturali

È, inoltre, utile proporre al cane attività per stimolare gli organi di senso così da mantenere in funzione il maggior numero di circuiti cerebrali. Il medico veterinario esperto in comportamento può, infine, avvalersi anche di principi attivi che provengono dai fiori e dalle piante, feromoni e molecole di sintesi per sostenere il cane affetto da declino cognitivo.

A cura di Sabrina Giussani, medico veterinario esperto in comportamento animale