Comportamento ed educazione

EDUCARE IL GATTO: COME FARE?

L’educazione corretta di un felino richiede pazienza. Vediamo, allora, quali sono le regole fondamentali per una convivenza a sei zampe appagante per tutti i membri della famiglia.

Il gatto domestico sembra derivare dal “vecchio gatto selvatico” Felis silvestris, dal quale differisce però nel comportamento e nel colore del mantello. Possiede, inoltre, una migliore capacità visiva, uditiva e di percezione dei feromoni rispetto al progenitore. La domesticazione, poi, non solo ha favorito negli individui adulti la presenza di caratteristiche morfologiche e fisiologiche tipiche dei più giovani, ma anche la comparsa sul pelo di macchie di colore bianco.

Una vita a sei zampe longeva!

Il piccolo felino potrebbe essere stato, fin dalla notte dei tempi, un partner relazionale per l’essere umano, e non allevato solo allo scopo di proteggere le derrate alimentari dai nocivi. Il ritrovamento di una statuetta, raffigurante una donna che tiene tra le braccia un animale simile a un gatto, rappresenta la prima traccia della relazione tra l’uomo e Micio.

Socievole? Dipende

Bisogna sapere che il gatto è un animale sociale “facoltativo”, in grado cioè di vivere in modo solitario o formare gruppi sociali stabili, caratterizzati da individui della propria specie o da esseri umani, in base alle condizioni ambientali e al suo “carattere”. Micio, insomma, sceglie i membri della famiglia con cui ha più feeling e stringe con questi ultimi una relazione preferenziale.

Che cosa significa educare?

Secondo il dizionario della lingua italiana, educare deriva dal latino ex-ducere cioè trarre fuori, far uscire, crescere o allevare. Il processo educativo deve sviluppare e affinare le attitudini e la sensibilità, tenendo in considerazione l’indole e la personalità del singolo soggetto: si tratta, quindi, di un percorso che mira a far apparire qualche cosa che è nascosto nell’individuo.

Un percorso importante

Attenzione: educare non significa trasformare il gatto in ciò che noi desideriamo o inibire ciò che non ci piace del suo comportamento, bensì accompagnarlo in tutte le fasi della vita, dalla nascita alla senilità. Dapprima mamma gatta e, in seguito, la famiglia umana si devono occupare del suo equilibrio emozionale, confortandolo quando ha paura e calmandolo quando è troppo agitato. Così facendo, il gattino imparerà a fare riferimento e chiedere aiuto e supporto quando si trova in difficoltà.

Premiamolo per gratificarlo

Questo è il primo passo per costruire una relazione educativa di buona qualità. È opportuno, inoltre, lodarlo e gratificarlo, limitando i rimproveri: l’educazione basata sul premio segue un binario preferenziale e permette un apprendimento più rapido e facilitato.

Non puniamolo!

Le punizioni – come alzare la voce, dare uno schiaffo o chiudere il gatto in una stanza, isolandolo dalla famiglia – favoriscono, invece, la nascita di una relazione conflittuale. Il piccolo felino, infatti, si posiziona nel nucleo umano come un figlio e, in quanto tale, segue l’esempio dato dalla famiglia: punendolo, imparerà a utilizzare la “forza” per risolvere le difficoltà.

 

Per educarlo, adottiamo uno stile comunicativo autorevole e un giusto equilibrio tra permissivismo e autoritarismo. Stabiliamo poche regole fondamentali, spiegate e concordate con tutti i membri della famiglia.

 

Esempi pratici

Per educarlo correttamente è possibile esclamare “Ma dai, che cosa fai?” quando combina una marachella e fornire subito dopo una valida alternativa. Se non desideriamo, ad esempio, che “si faccia le unghie” sul nostro divano preferito, è necessario collocare un graffiatoio nei pressi del sofà, così che Micio possa esprimere le proprie caratteristiche di specie senza danneggiare l’arredamento. Oppure, nel caso in cui saltasse sul tavolo per osservare da vicino che cosa accade durante i pasti, possiamo proporgli di accomodarsi su uno sgabello alto appositamente predisposto.

Arriva un gattino… come accoglierlo?

Ricordiamoci che condividere lo spazio abitativo e sociale con un gatto implica la conoscenza dei suoi fabbisogni. Le necessità fisiologiche sono appagate da ciò che è fondamentale per la sopravvivenza, come il cibo, l’acqua, un luogo per eliminare urina e feci e una zona protetta per riposare.

A sua disposizione!

Come possiamo appagare queste sue esigenze? È necessario, innanzitutto, lasciare a disposizione cibo secco sia durante il giorno che durante la notte (l’intera dose quotidiana) oppure somministrare numerosi piccoli pasti, poiché è un animale che mangia poco e spesso nelle 24 ore. Collochiamo, poi, le cassette (una in più rispetto al numero dei gatti presenti) lontano dagli spazi particolarmente rumorosi della casa nonché dalle ciotole del cibo e dell’acqua. Permettiamogli, infine, di dormire di notte nella stanza dei proprietari, perché la condivisione del luogo di riposo è alla base della relazione.

Un po’ di etologia

I fabbisogni etologici sono più complessi da soddisfare, in quanto riguardano “il gatto nella sua essenza”: in questo caso, bisogna appagare le motivazioni di razza (come, per esempio, perlustrare nuovi luoghi, esplorare oggetti, correre e arrampicarsi), ma anche la voglia di giocare, incontrare altri gatti e conoscere esseri umani, nonché deporre i feromoni (sfregare le guance sugli oggetti e sui famigliari, graffiare supporti verticali e orizzontali), realizzare desideri e aspirazioni e incentivare le relazioni sociali.

Come farlo muovere e divertire?

Affinché tali fabbisogni siano soddisfatti, è importante aumentare lo spazio calpestabile all’interno dell’abitazione, sfruttando la terza dimensione (l’altezza) in modo che il gatto possa osservare il mondo dall’alto, esplorare, nascondersi e giocare anche durante le ore di assenza della famiglia. Bisogna, poi, mettere in sicurezza i balconi e permettere al piccolo di accedervi quando lo desidera attraverso la porticina basculante.

Per farlo giocare

Disponiamo, inoltre, i graffiatoi (a torretta e orizzontali) nei pressi dei luoghi di riposo e passaggio tra l’interno e l’esterno della casa e collochiamo i giocattoli in un contenitore, così che Micio possa utilizzarli quando lo desidera. Un consiglio: lasciamogli a disposizione solo alcuni giochi alla volta, ripresentandoglieli dopo qualche settimana a rotazione, per tenere viva la sua curiosità.

L’importanza della condivisione

Particolarmente importante, infine, è coinvolgerlo nelle attività quotidiane svolte dalla famiglia umana, come riordinare l’abitazione e lavorare al computer. Le regole presenti in ogni nucleo famigliare, infatti, devono essere condivise, e non imposte senza tenere in considerazione il pelosetto di casa!

 

Evitiamo di sottoporgli giochi di eccitazione (come muovere le mani e i piedi, creare giochi di luce e ombra o proiettare raggi laser), poiché aumentano la sua eccitazione emozionale, favorendo di morsi e graffi.

 

A cura di Sabrina Giussani, Medico veterinario esperto in comportamento animale.