Camaleonte: il rettile dai mille colori
Tra i rettili “domestici” più amati, il camaleonte è famoso soprattutto per la sua capacità di cambiare colore. Dall’aspetto originale, necessitano di attenzioni particolari per una vita in salute.
Il camaleonte, rettile appartenente al sott’ordine dei Sauri, è caratterizzato da una conformazione fisica piuttosto particolare: il corpo lungo e stretto, gli occhi sporgenti che si muovono indipendentemente l’uno dall’altro e ruotano anche a 360 gradi, le dita delle zampe unite tra di loro per facilitare la presa sui rami e la lingua molto lunga per catturare gli insetti grazie alla saliva vischiosa.
Un “leone” tra gli alberi
Il suo nome deriva dal greco e significa “leone di terra”, mentre la sua origine va ricercata in Africa (principalmente in Madagascar e nelle regioni tropicali). Esistono, inoltre, alcune specie provenienti dall’Europa meridionale, dallo Sri Lanka, dall’India e dall’Asia Minore, mentre i camaleonti Jackson sono tipici delle Hawaii e della Florida. Si tratta di animali arborei: vivono perlopiù sugli alberi, muovendosi molto lentamente tra un ramo e l’altro, ma non è raro trovarli anche nei cespugli o sull’erba.
A ogni emozione un colore
Questo rettile ha da sempre affascinato l’uomo per la sua capacità di cambiare colore: pochi sanno, però, il perché si verifica questo fenomeno. Contrariamente a quanto si pensi, infatti, esso non dipende dal bisogno di mimetizzarsi ma da ragioni fisiologiche o emotive: il colore della pelle si modifica, ad esempio, al variare della temperatura, nel periodo degli amori oppure se il camaleonte prova paura. Durante un combattimento, poi, i colori del maschio diventano più intensi e brillanti per intimorire l’avversario.
La sistemazione più adatta
Quando si acquista un camaleonte bisogna innanzitutto assicurarsi, tramite il rilascio di un documento, della sua provenienza legale. È necessario sapere, inoltre, che si tratta di un rettile dalla gestione piuttosto impegnativa: non può essere sistemato, infatti, in un comune terrario in vetro, ma in uno sviluppato verticalmente e dotato di pareti in rete per garantire una maggiore aerazione. Al suo interno, poi, è bene porre diversi rami e piante per ricreare l’ambiente vegetativo originario e mantenere un elevato tasso di umidità (almeno il 50%).
I camaleonti sono ovipari e l’unica eccezione è la specie Jackson, ovovivipara: le sue uova vengono covate nel grembo della femmina, che partorisce dopo la schiusa.
Luce e temperatura
Non solo. Il terrario dev’essere dotato – nella parte superiore – di lampade a infrarossi per il riscaldamento e di altre UVB per il metabolismo del calcio. La temperatura corretta è di 30° sotto queste lampade, mentre nel resto dell’ambiente è compresa tra i 22 e i 27°. Di notte, invece, non deve superare i 10°. Molto importante anche la luce: essendo un animale diurno, bisogna garantire un’illuminazione di almeno 14 ore nella bella stagione e di 12 ore in autunno-inverno.
Come alimentarlo
Per quanto riguarda il suo regime alimentare, il camaleonte si ciba principalmente di insetti, locuste e grilli vivi. Alcuni apprezzano anche frutta e verdura, da tagliare a pezzetti o fettine sottili. In natura beve raccogliendo con la lingua le gocce di pioggia e rugiada, quindi è fondamentale spruzzare acqua sulle piante della teca.
A cura di Armando Brescia
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